Redazionale Giardini Naxos.

TESSERA-2017-1

Rimettersi in gioco, progettare il cambiamento, oratori in uscita. Sono i temi principali che hanno caratterizzato le conferenze organizzative di Noi associazione – realtà nazionale che conta 1.400 oratori, patronati e circoli affiliati con oltre 384 mila tesserati – svoltesi a Giardini Naxos (Messina) dal 28 settembre al 2 ottobre e rivolte a presidenti e segreterie territoriali.

La prima relazione è stata incentrata sull’ esperienza degli oratori siciliani, precisamente quelli della diocesi di Acireale, raccontata dalla responsabile del loro coordinamento, Anna Maria Belfiore.

Quindi è toccato allo psicologo e formatore milanese Roberto Mauri il compito di soffermarsi sul tema che caratterizzerà il prossimo anno associativo, evidenziato dallo slogan che comparirà sulla tessera 2017: “Insieme per rimettersi in gioco”, e che costituirà pertanto una sorta di fil rouge, di elemento ispiratore per l’attività annuale.

«Bella sfida rimettersi in gioco – ha esordito Mauri –. Ma lo facciamo perché il mondo, quello dei giovani in particolare, va più veloce dell’oratorio e si indirizza anche in direzioni diverse rispetto a quelle indicate dalla Chiesa». Questo comporta di non fermarsi alla pur fondamentale esperienza acquisita, ma di immaginare profeticamente il nuovo. A cominciare, per esempio, dal non far vivere l’oratorio di sola estate, visto che un anno si compone di quattro stagioni.

Dinanzi alle sfide che toccano la stessa identità oratoriana, non basta il richiamo alla sua missione, ai suoi valori, come pure non è sufficiente fare di più e meglio sul piano operativo. Occorre piuttosto aggiornare la vision, sviluppare competenze progettuali e alleanze in rete. In altri termini: si tratta di passare dal polo ideale a quello operativo senza trascurare i passaggi intermedi del discernimento e della progettualità. Se l’oratorio in virtù del suo Dna tende a rispondere ai bisogni che si presentano secondo un approccio di tipo reattivo, per un oratorio in uscita occorrerà invece lavorare più sui desideri che sui bisogni, impegnarsi più sull’iniziare processi che sul possedere spazi, immaginare un oratorio che più che attrarre, viene attratto, ponendo sempre al centro le persone e le relazioni.

A livello operativo Mauri ha indicato tre piste di lavoro: passare dall’accoglienza all’ospitalità; aggiornare l’immaginario, la narrazione dell’oratorio; tornare a puntare sullo sport, nella consapevolezza che è avvenuto un ribaltamento: «Ieri i ragazzi venivano in oratorio e trovavano anche lo sport; oggi i ragazzi cercano l’attività sportiva e la trovano anche in oratorio». Da qui l’esigenza di sviluppare una pastorale sportiva.

14519683_867801853320422_7007111575326977795_n

Sulla progettazione nei centri giovanili alla luce del cambiamento sociale si è soffermato Fabio Fornasini, formatore e amministratore di un’impresa sociale. Inquadrando l’attuale situazione da un punto di vista sociologico, ha ricordato che almeno il 40% dei millenians (ovvero le persone tra i 18 e i 33 anni) hanno frequentato l’oratorio. Secondo i dati de La condizione giovanile in Italia. Rapporto giovani 2016 (Il Mulino) i ragazzi italiani sono i più pessimisti d’Europa, nutrono scarsa fiducia nel futuro, nelle istituzioni, negli adulti. E se crolla la fiducia, viene meno il capitale sociale di una società. Accanto ad essi, cresce una generazione di bambini e preadolescenti che si sentono più collegati con i loro amici stando a casa davanti ad un pc che non ritrovandosi nelle strade del quartiere.

Dinanzi a questa situazione, per individuare e intraprendere una nuova rotta, gli oratori devono anzitutto prendere coscienza del loro ruolo di “presìdi di fiducia”, ambienti dove si creano legami sociali. Da qui scaturiscono cinque considerazioni fondamentali: l’oratorio non è primariamente questione di immobili e di strutture, ma «è vincente l’ambiente, il clima che si riesce ad instaurare»; un sogno potrebbe essere quello di creare una task-force “Noi” composta da alcuni giovani e adulti formati in grado di ricostruire il clima dell’ambiente, le relazioni, il rapporto col territorio; occorre rivalutare nei centri giovanili quelle iniziative in grado di offrire ai ragazzi delle competenze spendibili; più che puntare su danze e bans, si tratta di formare giovani che siano tutor dei ragazzi impegnati negli oratori, per esempio nell’ alternanza scuola-lavoro, con possibili ricadute positive anche sull’ orientamento vocazionale; imparare a rimodulare le attività sui tempi stretti dei ragazzi; fare dell’oratorio un ambiente accogliente, “perdendo tempo” a dialogare con bambini e famiglie. Da qui la prospettiva di formare dei “cortilai”, ovvero educatori esperti in accoglienza.

14445939_869306276503313_33659849099025653_n

Durante la conferenza organizzativa le segreterie territoriali hanno potuto approfondire anche temi più specifici: dal regolamento dell’Unione Europea sulla privacy al cinque per mille; dalla riforma del terzo settore all’ utilizzo dei voucher. Ben gradita da tutti è stata la possibilità di apprezzare le bellezze paesaggistiche, storiche, culturali e gastronomiche di rinomate località della Sicilia orientale, quali Acireale e Taormina, oltre a Giardini Naxos.

Un enorme grazie a padre Dario Mostaccio, presidente di NOI Messina, per averci ospitato nella sua magnifica Sicilia.

 

 

 

Lascia un commento